“Carissimo, per molti anni ho vissuto di corsa,
freneticamente, dentro un mondo che sembrava impazzito ed anch'io sono saltato
da un luogo all'altro, da un impegno ad un nuovo impegno.
E forse, come una farfalla, mi rendevo conto di
saltare, ma non della speciale condizione che mi permetteva di farlo....da
vecchio, mi sono reso conto della bellezza di esserci, indipendentemente dal
saltare e dal correre. Continuo a scoprire che l'esistenza è qualcosa di inimmaginabile.
La bellezza di pensare, di avvertire che dentro la
testa esiste un mondo sconfinato, dove nascono idee e sentimenti.
...Ricordati che, nella tua condizione di vecchio,
appartieni ad una storia lunga e per questo anche più ricca.
Allora, se non devi correre nelle strade del mondo,
va' in pellegrinaggio sui sentieri tracciati nel tuo passato. Ti accorgerai
così che non è fatto di morte e che il ricordo...ha la forza di dare la vita
...il ricordo non è nostalgia, è vita.
Sono le parole di Vittorino
Andreoli tratte da “Lettera ad un Vecchio” (da parte di un vecchio) con il cui
autorevole e suggestivo intervento si è chiuso il 39°anno accademico della
nostra Università della terza età.
Non solo un'entità, un
luogo, uno spazio, ma una grande comunità di donne e uomini che, in ruoli e
compiti diversi, abita la città, si confronta, intesse relazioni, vive i
rapporti umani nell'intensità dell'incontro con l'altro. Un anno ricco di
esperienze nuove e di corsi che hanno nutrito la nostra sana Curiositas superando
anche le barriere dell'insolito, un anno
di nuove collaborazioni che hanno offerto agli iscritti la consapevolezza del
proprio corpo e della propria mente, scoprendo le funzioni e le possibilità
della Senectus come elegantemente la chiamavano i latini.
L'anno dell'Inaspettato. Il riconoscimento di
Benemeriti della Solidarietà alla nostra Università da parte della Fondazione
della comunità Novarese:
Per l'impegno profuso nel diffondere la cultura ed
incentivare l'inserimento di chi ha qualche anno in più nella vita sociale e
culturale della propria città. Per aver saputo, ad oltre quarant'anni dalla sua
costituzione, reinventarsi, trovare una nuova sede e, soprattutto, impegnarsi
ad aprire le porte( non certo senza difficoltà) dopo la lunga pausa dovuta alla
pandemia; nemica pericolosa per chi è solito varcare i suoi ingressi. Per
essere riuscita a costruire un'affezionata comunità di oltre 800 iscritti ed
aver espresso nel modo più profondo,
attivo e vivace il concetto di “resilienza” e resistenza alle difficoltà di
questi ultimi complessi anni.
Nel rinnovare gratitudine a tutti voi, con lo sguardo
rivolto al futuro, ricominci il nostro viaggio “per l'alto mare aperto” nel
nuovo anno che si apre.
Buon cammino.
Paola Turchelli